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Rapporto Madre Figlio: come cambia con il passare degli anni?

Ci sono legami che ci accompagnano per tutta la vita, silenziosi o rumorosi, vicini o lontani, ma sempre presenti. Uno di questi è il rapporto madre figlio. Un filo invisibile che nasce ancor prima di incontrarsi con lo sguardo, e che, nel corso degli anni, si intreccia, si tende, si rilassa, si trasforma.


Parlare di questo legame vuol dire toccare corde profonde e delicate, che ciascuno di noi custodisce nel proprio spazio più intimo. Perché ogni madre, così come ogni figlio, porta con sé una storia unica. Eppure, in queste storie così diverse, ci sono tratti comuni, emozioni che si somigliano, domande che a volte ci sorprendono quando meno ce lo aspettiamo.


Io sono Gessica Biondi, Psicologa / Psicoterapeuta a Montecatini (PT). Oggi voglio accompagnarti in una piccola riflessione su come cambia il rapporto madre figlio con il passare degli anni. Lo scopo di questa lettura non è quello di darti risposte definitive e certe (anche perché in queste relazioni non ce ne sono mai), ma di accendere una riflessione su quei passaggi che, a volte, attraversiamo senza fermarci a guardarli davvero.



Indice dei contenuti



Nascita: il tempo dell’abbraccio assoluto

Quando un bambino arriva al mondo, il legame con la madre è totalizzante, esclusivo, pieno. È un abbraccio che non conosce distanze, in cui figlio e mamma vivono quasi in simbiosi.


Il neonato trova nella madre il suo rifugio, il suo primo sguardo sul mondo. Dall’altra parte, la madre si riscopre capace di gesti e attenzioni che forse non immaginava, catapultata all’improvviso in un vortice di emozioni nuove: amore, stanchezza, stupore, paura.


È il primo momento in cui le storie si intrecciano, ed è in questa intimità assoluta che nasce quella fiducia primordiale: “io ci sono per te, tu puoi affidarti a me”.



Infanzia: il tempo delle prime distanze

Poi, lentamente, il bambino cresce. Inizia a muovere i primi passi, a esplorare, a guardare oltre la figura della madre. È il tempo delle scoperte, dei “faccio io”, dei giochi rumorosi e delle ginocchia sbucciate.


Tutto questo mentre la madre impara (un po’ alla volta e forse anche con un po’ di fatica), a lasciarlo andare. È un esercizio sottile e prezioso: essere vicini, ma senza trattenere


Già in questa fase il rapporto madre figlio inizia a cambiare: la cura materiale come lo era alla nascita, lascia più spazio a una presenza emotiva.



Adolescenza: il tempo del conflitto e del silenzio

L’adolescenza è quel momento in cui un figlio inizia a cercare se stesso. Il corpo cambia, il pensiero si fa più complesso e la madre spesso si ritrova a fare i conti con una distanza nuova, fatta di chiusure, silenzio o anche di parole taglienti.


Per entrambi è una fase molto delicata. La madre può sentirsi esclusa e nostalgica di quel bambino che ora sembra respingerla, mentre il figlio sente il bisogno di differenziarsi, di essere visto come persona autonoma e libera di scegliere per sé.


Anche qui, l’amore cambia forma: da presenza costante a presenza discreta. È il tempo dell’attesa, in cui inizia a insinuarsi la speranza che rimanga quel legame solido che era un tempo, anche se adesso può sembrare così lontano e invisibile. 



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Età adulta: il tempo della riscoperta

Quando il figlio diventa adulto, il rapporto può trasformarsi ancora. Si scopre, forse per la prima volta, che dietro la figura materna c’è una donna, con la sua storia, i suoi sogni, le sue paure.


Quando il dialogo resta aperto e c’è spazio per comprendersi senza più il filtro dei ruoli, può nascere una relazione nuova, fatta di rispetto, di confidenze, di consigli chiesti o donati con leggerezza.



Quando la madre invecchia

Con il passare degli anni, il tempo restituisce alla relazione madre-figlio una nuova forma. Quando la madre inizia a invecchiare, spesso è il figlio a prendersi cura, a preoccuparsi, a proteggere.


Anche questo passaggio non è semplice. Per la madre può essere difficile accettare di aver bisogno di aiuto e/o sostegno, mentre per il figlio a volte è doloroso accorgersi che quella figura forte adesso è fragile.



Rapporto Madre Figlio: ogni relazione è una storia a sé

Quelle che abbiamo visto sono soltanto sfumature di un legame che è sempre diverso in ogni storia. C’è chi vive un rapporto sereno, chi attraversa conflitti mai risolti, chi si cerca a distanza, chi si ritrova dopo anni.

Non esiste un “modo giusto” di essere madre o figlio. Ciò che invece esiste è la possibilità di riconoscersi umani, con le proprie fragilità, le proprie emozioni, i propri limiti.


A volte ripercorrere queste tappe nella memoria può aiutare a guardare con più tenerezza alla propria storia, a sé stessi e anche a ciò che non è stato come avremmo voluto.



Qualche spunto per riflettere sul proprio rapporto con la madre 

Adesso ti chiedo di fare un piccolo esercizio. Prova a rispondere in modo sincero a queste 3 domande. Sono sicura che non ti daranno soltanto degli spunti per riflettere e migliorare il rapporto con la tua mamma, ma ti daranno la possibilità di vedere il vostro rapporto con occhi diversi. 


🌸 Qual è il ricordo più dolce che hai della tua infanzia con tua madre o tuo figlio? A volte basta fermarsi su un’immagine, un profumo, un gesto, per riaccendere dentro di sé una tenerezza che sembrava sopita.


🌸 Cosa vorresti dire a tua madre o a tuo figlio, oggi, se potessi farlo senza paura? Ogni parola taciuta pesa più di quanto immaginiamo. E a volte, anche solo scrivere ciò che non si riesce a dire ad alta voce, può alleggerire il cuore.


🌸 Che spazio ha oggi questo legame nella tua vita? Riflettere su dove siamo ora, su come ci sentiamo, può aiutare a lasciare andare ciò che fa male e a custodire ciò che resta bello.



Se senti il bisogno di raccontarmi la tua storia, se ti riconosci in queste parole o se vorresti riuscire a guardare con più serenità al tuo rapporto madre-figlio, sappi che qui c’è uno spazio aperto per te.Uno spazio dove nessuna emozione è sbagliata, dove ogni vissuto è accolto con rispetto.


Se vuoi, io sono qui 🌸



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