Quante volte hai dato a tuo/a figlio lo smartphone (o qualsiasi altro dispositivo) per farlo calmare o tenerlo occupato? Oppure quante volte hai visto bambini e smartphone nei ristoranti, o a fare la spesa, o ancora durante una semplice passeggiata al parco?
A volte i cellulari diventano uno strumento di emergenza, una specie di "tranquillante digitale" che i genitori utilizzano per calmare i figli o per tenerli occupati.
Tuttavia, anche se in quel momento si pensa solo al fatto che il figlio sia tranquillo e che non dia noia alle altre persone (ad esempio durante una cena al ristorante), le conseguenze possono essere ben più profonde.
In questo articolo andiamo ad approfondire questo tema, cercando di evidenziare come lo smartphone ai bambini in contesti sociali sia solo un palliativo e che in realtà nasconde qualcosa di più complesso.
Indice dei contenuti
Bambini e smartphone: un filtro sulla realtà
In che modo gli smartphone possono influenzare un bambino?
Forse sarà capitato anche a te di perdere un po’ il contatto con la realtà quando stai davanti allo schermo. La stessa cosa succede nel bambino: perde il contatto con il mondo circostante.
Questo vuol dire che non osserva le persone che gli passano vicino, le cose che succedono attorno a lui, i colori o i profumi che lo circondano. In sostanza, è come se la sua mente si trasferisse in una dimensione parallela, lasciando il corpo completamente scollegato dalla realtà: è presente in un luogo fisicamente, ma mentalmente non lo sta vivendo davvero.
Così facendo non può apprendere e imparare dalle esperienze quotidiane, fondamentali per il suo sviluppo come individuo del mondo.
Quali sono gli effetti negativi degli smartphone sui bambini?
Di fronte alla difficoltà nella gestione dell'irrequietezza dei figli, molto spesso i genitori tendono ad adottare due strategie:
non portare il bambino in situazioni potenzialmente stressanti;
dargli in mano uno smartphone per calmarlo e tenerlo occupato.
Entrambe le soluzioni non affrontano il problema, che invece si aggrava e si alimenta, sono solo palliativi.
Facciamo un esempio.
Se sei a cena fuori, dare lo smartphone a tuo/a figlio/a vuol dire tamponare una situazione senza mai affrontare la causa della sua irrequietezza. Così facendo non ha occasione di poter imparare a gestire la noia, l’attesa o la frustrazione. Al contempo, il genitore si svincola dal rapporto diretto con lui/lei.
Non è infatti un caso che i genitori che ricorrono più spesso al cellulare per tenere occupati i propri figli siano anche quelli che mostrano più difficoltà nell'insegnare loro metodi funzionali per gestire le proprie emozioni.
La difficoltà di un genitore nel gestire le emozioni del/della figlio/a
Gestire le emozioni è una sfida per i bambini, e spesso lo è anche per i genitori. Quando un bambino ha una crisi o si agita, il cellulare può sembrare una soluzione facile e veloce per calmarlo. Lo schermo distrae, placa i capricci, e tutto torna tranquillo.
Ma cosa succede se questa diventa l’abitudine?
Il bambino, invece di imparare a capire e affrontare quello che prova, finisce per dipendere dal telefono ogni volta che qualcosa lo disturba. Non impara a gestire le sue emozioni, ma solo a spegnerle temporaneamente con un video o un gioco.
Certo, aiutare un bambino a calmarsi richiede pazienza e tempo, e non sempre è semplice. Ma è proprio affrontando quei momenti difficili che i bambini imparano a riconoscere ciò che provano e a trovare dentro di sé le risorse per stare meglio.
Ed è anche così che i genitori possono costruire con loro un legame più profondo.
L’importanza del non perdersi le piccole scoperte nel quotidiano
Per un bambino, la vera bellezza della scoperta è proprio davanti ai nostri occhi, racchiusa nel quotidiano.
Facciamo un esempio.
Andare al supermercato. Per un noi adulti, è una routine spesso noiosa e ripetitiva. Ma per un bambino, questa esperienza può essere una straordinaria occasione di apprendimento.
Immagina tuo/a figlio/a intento a scegliere la frutta. Ecco che inizia ad annusare un’arancia, a sentire sulle mani il liscio di una male, a osservare tutti questi colori che gli arricchiscono gli occhi. Attraverso questi gesti semplicissimi, tuo/a figlio/a impara a distinguere i profumi, le le forme, ad ampliare il suo vocabolario descrivendo quello che vede e a sviluppare abilità motorie. Al contempo, scopre anche come comportarsi in un ambiente pubblico.
Con i suoi odori, rumori, colori e con la sua varietà di persone, il supermercato è un piccolo mondo ricco di stimoli che permette a un bambino di affrontare una situazione potenzialmente confusa e caotica. Tutto ciò diventa parte integrante del processo di crescita.
Dare il cellulare ai bambini per tenerli occupati, vorrebbe dire perdere tutto questo.
Perché per un bambino è importante osservare ciò che lo circonda
Un altro aspetto fondamentale è l’osservazione dell’ambiente circostante. Per un bambino è importante farsi delle domande su quello che lo circonda.
Perché quella persona sembra arrabbiata?
Perché ha un’espressione triste?
Cosa stanno facendo tutte quelle persone insieme?
Guardarsi intorno permette ai bambini di sviluppare empatia e capacità di osservazione, oltre a comprendere che esistono emozioni diverse dalle loro.
Ecco che quando lo sguardo è fisso su uno schermo, queste possibilità si annullano. Il bambino non interagisce con le persone reali, non osserva le loro espressioni, non si pone domande. Così facendo, si perde uno degli elementi più importanti della crescita: la scoperta del mondo umano e delle sue infinite sfumature.
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Sono la dott.ssa Gessica Biondi, Psicologa-Psicoterapeuta, attiva presso lo Studio di Montecatini Terme, in provincia di Pistoia.
Il mio Studio è uno spazio di ascolto e accoglienza dedicato alla Persona. Qui trovi supporto per affrontare le difficoltà, comprendere le emozioni e scoprire nuove possibilità per il tuo benessere.
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